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Progetti

Si continua a scavare a Paestum e le ricerche diventano pubbliche

Seppure considerata la “città meglio conservata della Magna Grecia”, Paestum è ancora in gran parte sconosciuta. Mentre oltre ai tre templi della città, abbiamo dati consistenti sugli spazi pubblici intorno al Foro e sulle necropoli della città, aspetti come la vita quotidiana, l’insediamento rurale, la città tardo-antica o la struttura della prima colonia attendono ancora un’indagine approfondita. Con un ricco programma di ricerche, oggi si cerca di colmare queste lacune nella storia del sito archeologico di Paestum con nuovi scavi stratigrafici, indagini archeometriche e con lo studio dei materiali archeologici conservati nei depositi del museo. A Paestum, le ricerche continuano nell’ottica dell’“archeologia pubblica” favorendo così il coinvolgimento dei cittadini, non solo divulgando i risultati di questi studi in modo trasparente e aperto, ma anche cercando di appassionare il pubblico con visite quotidiane ai cantieri e con l’incontro con gli archeologi.

SCAVI 2021

  • Descrizione: Il complesso, posizionato sul lato settentrionale del foro romano di Paestum, è composto dal Tempio corinzio-dorico e dal Comizio, dove si svolgevano le assemblee cittadine. Il Tempio del Foro, un periptero sine postico con capitelli corinzi figurati, rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura sacra di epoca repubblicana in Italia. Anche grazie al suo ottimo stato di conservazione viene considerato un edificio di riferimento in molti studi sull’architettura ellenistica e in pubblicazioni specifiche sulla decorazione architettonica e sui fori romani. Pertanto, è ancor più sorprendente constatare che le varie tesi riguardanti la cronologia e l’attribuzione cultuale del tempio restino

  • Descrizione: Le ricerche interessano due settori della città antica. Nel Quartiere meridionale, corrispondente alla parte bassa dell’insediamento, il progetto di scavo mira alla ricostruzione delle diverse fasi dell’abitato, dalla fine del IV sec. a.C. fino al VI sec. d.C. In questo lungo arco cronologico, la città antica si è confrontata con una serie di eventi naturali, di carattere alluvionale, che hanno comportato molte delle trasformazioni riconosciute negli edifici e nella viabilità. Lo scavo, in corso, in un’abitazione (A.I.2), individuata negli anni Sessanta del Novecento, consentirà di ricostruire l’organizzazione planimetrica e i diversi interventi costruttivi, effettuati nel corso del tempo, a partire dalla

  • Descrizione: La Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università degli Studi di Salerno conduce da quest’anno la prima campagna di scavo della concessione triennale (Prot. 18118 del 16.06.2020) all’interno del Parco Archeologico di Paestum, presso la parte meridionale dell’isolato delimitato dagli stenopoi 6 e 8, esteso immediatamente a nord della plateia centrale che conduceva a Porta Marina, in una zona dell’abitato posta a poco distanza dal foro. Il settore oggetto di indagine copre l’estremità meridionale dell’isolato, ma anche le strade che lo delimitano compreso il marciapiede a sud di esso, in uno spazio complessivo di circa 300 mq. Immediatamente a nord dell’area di

  • Descrizione: L’Acropoli di Elea/Velia è non solo il luogo più eminente della città antica, ma anche un contesto di particolare bellezza e attrazione, dove preesistenze architettoniche di epoche diverse mantengono un delicato equilibrio con la natura. Segnata dalle rovine della cittadella medievale di Castellamare della Bruca, l’area diventa oggetto di indagini archeologiche già nei primi anni del ‘900. A partire da questa data numerose campagne di scavi si sono succedete nell’area dell’Acropoli, generando conoscenza e domande ancore irrisolte. L’attuale progetto di ricerca del Parco Archeologico di Paestum e Velia si inserisce in questa tradizione di ricerche e problemi, avviando un nuovo ciclo di

SCAVI 2019

  • Descrizione: L’agorà di Poseidonia era una grande piazza di circa 10 ettari, compresa tra il Santuario Settentrionale e quello Meridionale. All’interno di quest’area si trovavano i monumenti che erano espressione della vita politica della città greca, tra i quali l’Heroon a est e l’Ekklesiasterion a ovest. A partire dal 273 a.C., cioè dalla fondazione della colonia romana di Paestum, la piazza conobbe radicali trasformazioni. L’area della città, un tempo spazio pubblico, venne occupata da numerosi altri edifici che segnarono un netto cambio di destinazione di questo spazio.

  • Descrizione: L’area della Porticus meridionale occupa un settore della città che prima della fondazione della colonia romana di Paestum nel 273 a.C. era occupato dall’agora greca. Il porticato è lungo 110 m e orientato ovest-est. Delle tabernae, ovvero le botteghe, sono oggi visibili solo pochi filari di fondazione, mentre del porticato vero e proprio si conservano ancora sia colonne scanalate che a fusto liscio. L’edificio porticato oggi visibile è di età romana, ma nel corso dei secoli antichi è stato oggetto di numerosi interventi di ricostruzione.

  • Descrizione: Nel mese di ottobre del 2019, sono ripresi gli scavi presso l'isolato 2/4 del quartiere abitativo dell'antica Poseidonia-Paestum. Lo scavo, iniziato nel 2016, indaga i resti di una casa di fine VI/inizi V sec. a.C. Le fondazioni sono costruite in grandi blocchi di pietra, una tecnica di costruzione insolita per questo periodo. La struttura si compone di tre ambienti rettangolari, di cui uno dovrebbe essere un cortile sul quale si affacciano gli altri due ambienti chiusi. Nel museo di Paestum sono esposti alcuni materiali provenienti dallo scavo. Nel mese di marzo 2019, sono state indagate tre strutture sotterranee strettamente connessa

  • Descrizione: Il tempio al foro di Paestum è uno dei templi romani più importanti dell'epoca repubblicana in Italia dato l’ottimo stato di conservazione. L'edificio è stato esaminato più volte come oggetto di studio in compendia di architettura e in lavori specifici sui ornamenti architettonici e fori romani. Pertanto sembra ancor più sorprendente constatare che le varie tesi riguardanti il tempio restano attualmente molto controverse. Lo scavo di ricerca in corso viene effettuato con un team delle università di Bochum e Bonn. Durante lo scavo del 2019, sono stati ottenuti chiari risultati sul riempimento del podio e sui processi di costruzione. Sono stati

  • Descrizione: nel corso della campagna d’indagine del 2019 (9 settembre - 1 ottobre) è stato aperto un fronte di scavo contiguo a quello del saggio 243 dove nel 2018 era stata intercettata la parte meridionale di una trincea degli anni Trenta (Trincea C di A. Maiuri) e, a sud di questa, un lembo di stratigrafia intatta. Il nuovo saggio (S. 245), orientato in senso E/O, è stato impiantato sul limite orientale del precedente, inglobandolo in parte, fino a racchiudere l’estremità occidentale dell’edificio rettangolare in blocchi squadrati posto a sud dell’Athenaion. L’esplorazione sul campo ha permesso di individuare il punto di contatto tra

  • Descrizione: Lo scavo, iniziato nel 1987, ha chiarito modi e forme dell’organizzazione del santuario, definendo la funzione e la cronologia degli edifici sacri posti nella Zona A. Dal 2013, le indagini, tutt'ora in corso, si stanno concentrando nell'area denominata Zona C che si trova a circa 530 m a E/S/E dalla zona A; dei ritrovamenti si hanno brevi e scarne notizie in una nota di Paola Zancani del 1959 e la zona fu ben presto ricoperta dalla fanghiglia e dagli acquitrini del Sele, perdendo completamente la sua visibilità. Lo scavo sta portando alla luce due edifici individuati in questa zona esterna al santuario,

SCAVI 2018

  • Descrizione: lo scavo, iniziato nel mese di settembre 2018, indaga l'area occupata dalla Porticus meridionale. L'impianto di questo complesso monumentale si data alla metà del I sec. a.C., ma il materiale ceramico e alcuni interventi sono riferibili ad una fase più antica. Le ricerche condotte nel settembre del 2018 hanno consentito di indagare una taberna, di cui è stata chiarita l'articolazione interna, e lo spazio meridionale del porticato le cui sequenze stratigrafiche erano già state riconosciute nei precedenti scavi. I materiali dello scavo 2018 e di quelli precedenti sono conservati nei depositi del Museo Archeologico di Paestum.

  • Descrizione: Lo studio punta alla revisione e pubblicazione sistematica dei dati relativi alla necropoli di Ponte di Ferro indagata negli anni Ottanta da G. Avagliano. La necropoli, ubicata su una duna sabbiosa 850 m a nord-ovest delle mura di Paestum, ha restituito centonovantuno sepolture, spesso prive di corredo, che si discostano nettamente dal costume funerario in uso, tra il VI e il IV sec. a.C., nelle altre necropoli pestane. È probabile, infatti, che le tombe appartenessero a membri della comunità poseidoniate di estrazione sociale bassa o servile, circostanza che rende Ponte di Ferro uno dei rari esempi magnogreci di spazi sepolcrali riservati

  • Descrizione: Le nuove indagini presso il monumento, risalente al 510 a.C., sono iniziate nel 2018 ed hanno riguardato l’esplorazione di un piccolo settore posto sul versante orientale, a ridosso del muro di recinzione di epoca romana che ingloba il sacello. La scoperta del tratto di una canalizzazione con andamento curvilineo, in parte tagliata nella roccia, ha consentito di ipotizzare che tale apprestamento fosse pertinente al tumulo che, in origine, doveva ricoprire il piccolo edificio. Sono state programmate altre indagini, da compiersi a partire dal mese di giugno 2019, per completare l’esplorazione del versante orientale ed avviare lo studio di alcuni elementi

  • Descrizione: Il corpus delle terrecotte architettoniche pestane è solo parzialmente noto. A quanto edito e sistematizzato in studi pregressi, si aggiunge un più ampio repertorio conservato nei magazzini. Il lavoro, iniziato come seminario della Scuola di Specializzazione in Archeologia Suor Orsola-Vanvitelli, è proseguito con la schedatura dei materiali e la definizione di sistemi decorativi o, quando possibile, di specifici tetti. Il gruppo attende, attualmente, all’edizione dei risultati.

  • Descrizione: Nel mese di maggio 2018 sono riprese le indagini nell’isolato 4-6 del sito archeologico di Paestum. Nell’ambito di un accordo di cooperazione tra il Parco Archeologico di Paestum, l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e il Centro Interdipatimentale di Servizi di Archeologia (CISA), le analisi si sono concentrate nell’area delle abitazioni private e del complesso termale che compongono l’isolato, localizzato nella parte sud-occidentale del sito. Le acquisizioni da APR (Aereomobili a pilotaggio remoto) con sensori RGB, termici e multispettrali sono state integrate da attività di rilievo fotogrammetrico terrestre. I prodotti digitali e i modelli tridimensionali elaborati hanno rappresentato il punto

  • Descrizione: a partire dal mese di marzo, sono state avviate indagini geofisiche nell'area del santuario meridionale di Paestum, ad oriente della Basilica e del Tempio di Nettuno. I primi risultati delle indagini, georadar e geoelettriche, mostrano la presenza di differenti camere e cunicoli sotterranei, in parte legati alla circolazione e alla conservazione dell'acqua, in parte inerenti ad attività rituali. Le analisi si prolungheranno nei prossimi mesi e consentiranno di programmare specifiche attività di esplorazione e di scavo, oltre che di disegnare il sottosuolo di questa porzione della città Paestum.

  • Descrizione: Dal mese di marzo 2019 sono in corso indagini multispettrali sulle metope più antiche dell’Heraion alla Foce del Sele esposte al Museo. Si tratta di una metodologia di indagine non distruttiva effettuata attraverso una fotocamera scientifica che riprende le metope a diverse frequenze. In questo modo è possibile isolare eventuali elementi presenti sulle metope come materiali differenti, trattamenti, restauri o manomissioni a vari livelli, residui non più visibili di colore. Per effettuare le riprese è necessario un ambiente totalmente oscurato, per questo si è resa necessaria la realizzazione di una sorta di camera oscura mobile.

  • Descrizione: Si tratta di una grande struttura rettangolare che occupa un’area di quasi 400 mq, costruita in blocchi di pietra. L’edificio è costituito da sette ambienti quadrangolari, con apertura principale verso il tempio di Nettuno. I vani interni, alcuni dei quali pavimentati con grosse lastre di travertino o decorate a motivi geometrici, si aprono verso un unico ambiente interno aperto.