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Descrizione:
Lo scavo, iniziato nel 1987, ha chiarito modi e forme dell’organizzazione del santuario, definendo la funzione e la cronologia degli edifici sacri posti nella Zona A.
Dal 2013, le indagini, tutt’ora in corso, si stanno concentrando nell’area denominata Zona C che si trova a circa 530 m a E/S/E dalla zona A; dei ritrovamenti si hanno brevi e scarne notizie in una nota di Paola Zancani del 1959 e la zona fu ben presto ricoperta dalla fanghiglia e dagli acquitrini del Sele, perdendo completamente la sua visibilità.
Lo scavo sta portando alla luce due edifici individuati in questa zona esterna al santuario, che si sovrappongono, pur se con un diverso orientamento.
L’edificio più recente ha una planimetria quasi quadrata (21,5 x 24,8 m) con diversi ambienti posizionati intorno a una corte centrale per una superficie di circa 504 mq.
L’edificio più antico, posto a una quota più bassa, e solo in parte indagato, è orientato N/S e realizzato con larghi blocchi isodomi; restituisce una planimetria grosso modo rettangolare(24,33 x 33,65 m), su una sostruzione di scaglie di calcare e arenaria si imposta lo spiccato, costruito in blocchi isodomi di arenaria di modulo differente conservati per due filari lungo il muro settentrionale. I materiali rinvenuti in una situazione stratigrafica intatta consentono di datare questo monumento alla prima metà del VI sec. a.C.; rimane in funzione fino all’arrivo dei Lucani, quando subisce alcuni rifacimenti.

Dal 2014, si sta realizzando una ricognizione sistematica del territorio e dal 2017 una serie di analisi geofisiche (georadar, magnetometria, etc.).
Il gruppo di lavoro federiciano ha in corso di studio e pubblicazione nei Quaderni del Centro Studi Magna Grecia i materiali provenienti dei vecchi e dai nuovi scavi.
Una sala del museo di Paestum è dedicata agli scavi degli anni 1934-60 realizzati nell’area sacra.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Direzione scientifica: Giovanna Greco, Bianca Ferrara, Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di Napoli Federico II

Collaboratori: Rachele Cava, Teresa Laudonia, Daniela Capece, Simona Passaro, Gianluca Pironti, Elena Russo, Anna Nenna, Pasquale Di Roberto, Mirko Vitale, Riccardo Santalucia, Liliana Cuomo, Rossella Sarnataro (Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di Napoli Federico II)

Obiettivi: Precisare la cronologia e la funzione degli edifici dell’area sacra (Zona A), definire i limiti territoriali del Santuario e le caratteristiche insediative del territorio intorno all’area sacra, esplorare le cd. zone B e C.

Bibliografia:
1.G. Greco, B. Ferrara, Il santuario di Hera alla foce del Sele, tra palude e acquitrini, in G. Zuchtriegel, P. Carter, M. E. Oddo (a cura di), Poseidonia città d’acqua. Archeologia e cambiamenti climatici, Paestum 2019, 89-109.
2. D. Capece, B. Ferrara, M. Giacco, Le produzioni locali nel Santuario di Hera alla foce del Sele, in FACEM. Provenance, studies on pottery in the central Mediterranean (version 06/12/2018), pp. 1-16 (http://www.facem.at/project-papers.php).
3.P. Di Roberto, Il santuario di Hera alla foce del Sele: la ceramica miniaturistica, in M. Cipriani, A. Pontrandolfo, M. Scafuro (a cura di), Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo II, Atti del II Convegno Internazionale di Studi Magna Grecia (Paestum, 28-30 giugno 2017), Paestum 2018, III, 795-800.
4. G. Pironti, Un edificio residenziale nell’area del santuario di Hera alla foce del Sele, in M. Cipriani, A. Pontrandolfo, M. Scafuro (a cura di), Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, II, tomo II, 619-624.
5. E. Russo, M. Vitiello, Per una carta archeologica dell’area intorno al santuario di Hera alla foce del Sele”, in M. Cipriani, A. Pontrandolfo, M. Scafuro (a cura di), Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, II, tomo II, 633-638.
6. B. Ferrara, G. Greco, Santuario di Hera alla foce del Sele. Per un aggiornamento delle ricerche, in Atti e memoria società Magna Grecia, vol. V serie I, 2016, 2017, 43-64.
7. B. Ferrara, Le indagini archeologiche dell’Università Federico II di Napoli nell’area di Foce Sele (2013-2016): nuove scoperte e dati inediti relativi alle modalità insediative dell’area dall’età arcaica all’età romana, in M. Cipriani, A. Pontrandolfo, M. Scafuro (a cura di), Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Atti del I Convegno Internazionale di Studi, Paestum 2016, Paestum 2017, 335-346.
8. R. Cava, Un Hestiatorion nel santuario di Hera alla Foce del Sele, in M. Cipriani, A. Pontrandolfo, M. Scafuro (a cura di), Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Atti del I Convegno Internazionale di Studi, Paestum 2016, Paestum 2017, 523-528.
9. B. Ferrara, F. Meo, Loom weights in sacred contexts: the Square Building of the Heraion near the Sele River in Textiles and Cult in the Ancient Mediterranean, International Workshop, Copenhagen, 21st and 22nd of November 2013, C. Brøns, M.L. Nosch (edd.), Oxford & Philadelphia 2017, 112-125.
10 B. Ferrara, V. Guarino, A. De Bonis, G. Greco, C. Grifa, A. Langella, V. Morra, La ceramica a vernice nera dal santuario di Hera alla foce del Sele: i primi risultati delle indagini archeometriche, in A. Serritella (a cura di), Fingere ex argilla. Le produzioni ceramiche a vernice nera del golfo di Salerno, Atti del Convegno internazionale, Salerno, 1 marzo 2013, Salerno 2017, pp. 55-70.
11. G. Greco, B. Ferrara, L’Heraion alla foce del Sele. Nuovi dati dalle più recenti ricerche, in FormaUrbis, 21, 2016, 40-43.
12. B. Ferrara, Il santuario di Hera alla foce del Sele. La ceramica a vernice nera, Pozzuoli 2016.
13. B. Ferrara, F. Meo, Vesti per la Dea dall’Edificio quadrato nel Santuario di Hera alla foce del Sele (Paestum), in Studi di Antichità 14, 2016, pp. 49-78.
14. B. Ferrara, V. Guarino, A. De Bonis, V. Morra, C. Grifa, A. Langella, The sanctuary of Hera at the mouth of the Sele River: archaeometric analyses for the reconstruction of black glaze ware production at Paestum, in Archeometry. Comparing experiences, G. Greco, L. Cicala (eds.), Pozzuoli 2013, 157-182.
15. G. Greco, Il santuario di Hera alla foce del Sele, in A. M. Biraschi, M. Cipriani, G. Greco, M. Taliercio Mensietieri, Culti greci in Occidente, III. Posedonia-Paestum, Taranto 2012, 171-246.
16. Il santuario di Hera alla foce del Sele, J. de La Genière, G. Greco (a cura di), AttiMemMagnaGr, serie IV, Roma 2010.

Weblinks:
Ferrara Bianca
Scavi in Magna Graecia – Federico II – Heraion foce Sele/Roscigno live
Il grande edificio dei devoti di Hera. A Paestum scavi e nuove scoperte
Capaccio, nuove scoperte nel sito archeologico di Hera Argiva a Gromola

Credits: Il Progetto di scavo riceve per lo svolgimento delle ricerche fondi di Ateneo dal Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di Napoli Federico II

Prima settimana: 1-6 luglio 2019

Il 2 luglio 2019 è ripresa la campagna di scavo archeologico nel Santuario di Hera alla foce del Sele; quest’anno si continuerà a lavorare nell’area esterna al santuario, la cd. Zona C.

Si trova a 530 m dal cuore dell’area sacra ed è caratterizzata dalla presenza di due edifici sovrapposti: il più antico, a pianta rettangolare, risale al periodo arcaico ed ha un orientamento Nord-Sud; a questo si sovrappone un secondo edificio, di epoca tardo-repubblicana caratterizzato da una pianta a corte centrale, con un orientamento NE/SO.

I primi giorni della settimana sono impegnati nella pulizia dell’area dalla vegetazione infestante che sovrasta le antiche strutture affioranti. I giovani archeologi, muniti di decespugliatore, rastrello e guanti, provvedono al taglio dei cardi e delle piante riaprendo uno spiraglio sugli edifici antichi. Le strutture vengono poi riportate alla luce liberandole dal tessuto non tessuto che, durante la stagione invernale, ha protetto lo scavo dalle piogge, preservandone l’integrità.

Il gruppo di ricerca è molto ampio, oltre agli studenti della Federico II, di età ed esperienze diverse, ci sono studenti da Milano, Ferrara, Lecce e dal Suor Orsola Benincasa; tutti pieni di voglia di fare e di imparare. L’entusiasmo per l’inizio dello scavo è alle stelle!

La scelta metodologica è quella di continuare i saggi degli anni scorsi; ogni sondaggio avrà un responsabile e una squadra dai compiti ben definiti: gli archeologi più piccoli, sotto la guida dei più esperti, dovranno imparare a scavare e a realizzare tutta la documentazione scientifica.

Tre sono i saggi indagati: il 3300 è posto ad Ovest della corte centrale e ha la finalità di intercettare i livelli di fondazione dei muri perimetrali dell’edificio arcaico; il saggio 3400 ha l’intento di indagare l’interno della corte centrale; nel 3400 si vuole completare l’analisi del corridoio di collegamento, dove già l’anno scorso è stato intercettato un pithos in situ.

Seconda settimana: 8-13 luglio 2019

Lo scavo archeologico prosegue con l’individuazione dei diversi livelli relativi al momento della costruzione dei due edifici. Gli studenti lavorano alacremente e ogni giorno sono impegnati nella documentazione scientifica con la compilazione del diario di scavo e delle schede di unità stratigrafica.

I responsabili dei vari saggi insegnano ai più giovani le tecniche del rilievo archeologico e della documentazione fotografica. Non è facile fare bene la foto di strato o di un muro! Bisogna essere precisi ed usare tutti gli strumenti adatti per restituire le informazioni spaziali e dimensionali (la palina metrica, la bussola, la freccia del Nord, la lavagnetta), in modo da non perdere nessuna informazione.

Un piccolo gruppo di archeologici si dedica al lavaggio e alla catalogazione dei materiali ritrovati; i reperti raccolti vengono lavati, siglati, catalogati, disegnati e fotografati. Anche in questo caso il lavoro da fare è molto minuzioso e c’è bisogno di grande attenzione. Ma gli archeologi sanno che devono imparare a “far parlare” ogni singolo frammento, in questo modo si potranno datare gli starti e ricostruire le fasi di realizzazione degli edifici che si stanno scavando.

Terza settimana – 15-20 luglio 2019

Questa settimana è interessata da una situazione meteorologica un po’ instabile, ma nonostante qualche giorno di pioggia il gruppo di ricerca continua a scavare.

Lo scavo nel saggio 3300 prosegue alacremente e nell’angolo tra il muro perimetrale Ovest e un muro di tramezzo dell’edificio arcaico, vengono individuati dei frammenti ceramici di età arcaica, reperti osteologici, anforacei, mescolati a terra gialla e sabbia. Si tratta, probabilmente, di un piccolo un rito propiziatorio, effettuato durante la costruzione dell’edificio.

Si decide, in seguito al controllo delle planimetrie dell’area, di completare il rilievo di uno dei muri tangenti la corte centrale a Nord (USM 3110/3113). I responsabili della documentazione grafica impostano il rilievo sulla pianta già georeferenziata e i giovani archeologi provvederanno alla realizzazione, utilizzando la trilaterazione, la coltellatio e la griglia. Il rilievo diretto del monumento, anche se molto lungo da realizzare, è il più preciso e consentirà di avere una bellissima restituzione grafica dopo che verrà lucidato in autocad; dopo il rilievo si provvederà, inoltre, a prendere le quote con il livello ottico.

Quarta settimana – 22-27 luglio 2019

Giunti ormai alla quarta settimana, si intensificano le attività di laboratorio e la catalogazione dei materiali archeologici; oltre al lavaggio e alla siglatura vengono compilate le Tabelle quantitative di Materiali Archeologici (TMA) e le schede di Reperto Archeologico (RA). Lo studio dei materiali è fondamentale per la datazione dei diversi strati e per la ricostruzione degli usi e delle abitudini dei fedeli che arrivavano nel santuario di Hera alla foce del Sele.

Lo scavo prosegue e la conoscenza dell’area aumenta! Nel saggio 3400, in quello che gli archeologi chiamano corridoio, sono stati trovati i frammenti di un altro pithos, un grosso contenitore di derrate alimentari, che ci aiuta a ipotizzare che il secondo edificio, quello di età tardo-repubblicano, è forse una fattoria nella quale c’era grossi vasi per conservare gli alimenti.

Nella corte centrale invece si cerca di recuperare le informazioni relative al momento della costruzione dell’edificio; la presenza di una canaletta fa capire che la zona era molto umida e quindi per costruire era necessario allontanare l’acqua dalle nuove fondazioni dell’edificio.

Quinta settimana di scavo – 29 luglio – 3 agosto 2019

Come ogni grande avventura, anche quest’ultima è giunta al termine!

I giorni di documentazione diventano anche notti intense di lavoro di gruppo; bisogna completare la documentazione scientifica, fare le ultime foto sullo scavo e i rilievi dettagliati delle strutture.

I giovani archeologi e i responsabili dei saggi organizzano la consegna dei materiali nel deposito del museo. Si tirano le somme di quest’avventura che ha visto come protagonisti gli studenti che, con la loro voglia di imparare, le tante domande e il grande impegno, hanno contribuito in modo determinante ad aumentare la conoscenza degli edifici individuati in quest’area.

L’ultima settimana è sempre ricca di visite, di tanti colleghi che da sempre sostengono queste attività e vogliono vedere le ultime scoperte. E’ stato emozionante per gli studenti avere sullo scavo la prof.ssa Giovanna Greco, il Direttore del Museo Archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel, la dott.ssa Marina Cipriani, il prof. Luigi Vecchio, la dott.ssa Pia Criscuolo e tutti i cari amici del Museo di Paestum che hanno molto apprezzato il lavoro fatto e l’impegno di tutti.

Ma rimanete con noi, lo scavo continuerà il prossimo anno…

Testo a cura di Daniela Capece