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ari lettori,
in questo spazio parleremo di quello che (ancora) non sappiamo di Paestum e che ci interesserebbe scoprire. Perché se Paestum è considerata la città magno-greca meglio conosciuta, è anche vero che il sito riserva ancora molti rompicapi per archeologi, architetti e storici. In questa rubrica ve ne racconteremo qualcosa.
La novità di questo mese riguarda più in generale il Parco archeologico che dal 5 febbraio 2020 ha visto l’annessione del sito archeologico di Velia all’autonomia di Paestum.
Del nuovo Parco Archeologico di Paestum e Velia e in particolare del nuovo sito velino, vi parlerà Francesco Uliano Scelza, funzionario archeologo del Parco.


Il Parco Archeologico di Paestum e Velia è un unico istituto che gestisce le principali realtà archeologiche dell’area meridionale della Campania, due tra le più importanti e meglio conservate città magno-greche del meridione d’Italia. La novità produce importanti conseguenze. In primo luogo sono condotti all’interno di una stessa amministrazione due contesti di fortissimo impatto e con potenzialità straordinarie. D’ora in avanti sarà possibile definire una programmazione unitaria di Paestum e Velia attraverso gli strumenti dell’autonomia gestionale che la riforma Franceschini ha previsto per alcuni luoghi della cultura italiana. Tale riforma, attuata con buon esito presso il sito di Paestum, offrirà senza dubbio possibilità inedite per realizzare la finalità generale, ancorché necessaria, di valorizzare Velia, che ha ciclicamente sofferto l’assenza di un sostegno di risorse, continuo e adeguato. In secondo luogo, la nuova previsione legislativa non deve essere letta come una mera rimodulazione istituzionale, bensì come il tentativo di avviare un processo di coordinamento dell’attività di gestione di un importantissimo Patrimonio, soprattutto in relazione alla capacità che il neonato Parco di Paestum e Velia avrà di attrarre risorse, economiche ed umane, sia all’interno del bacino territoriale di pertinenza sia in ambito nazionale ed internazionale. Sarà infatti essenziale per il nuovo Ente stabilire rapporti e relazioni chiare e fruttuose con i soggetti che già agiscono nel territorio, istituzionali e non, pubblici e privati. Altrettanto è prevedibile che la realtà di Velia sarà proiettata al centro dell’attenzione della comunità internazionale attraverso iniziative di ricerca e di valorizzazione.

Un primo risultato è già sotto gli occhi di tutti. A partire dal giorno di riapertura, dopo il periodo di lockdown dovuto all’emergenza covid-19, l’area di Velia si presenta ripulita, pronta ad ospitare il pubblico e a mostrare alcuni dei suoi tesori. È possibile ora visitare la porzione bassa della città con gli isolati di abitazioni, gli edifici pubblici dell’insula II, di masseria Cobellis e le terme romane. Come è possibile affrontare la salita dell’acropoli per giungere ad ammirare il quartiere di case arcaico, Porta Rosa, il teatro, il tempio del promontorio, i resti della fortificazione di età medievale e gli antiquaria che narrano la storia della città, dal periodo della fondazione fino alle fasi di occupazione più recenti. In tempi brevissimi, il programma del Parco prevede l’ampliamento della fruibilità, rendendo disponibile il percorso del crinale che collega l’acropoli con la fortezza del Castelluccio, percorso già noto con il nome sentiero degli dei, e attività di progettazione per riallestire i diversi edifici presenti nell’area e destinarli ad attività laboratoriali (ricerca, didattica, formazione, etc.).

Sarà prioritario inoltre per il nuovo Istituto incrementare gli strumenti digitali, app di supporto alla fruizione ed alla manutenzione, sistema di gestione del Patrimonio, sito web, etc.

Nondimeno un’attenzione profonda sarà rivolta alle azioni che renderanno l’area di Velia fruibile da parte di persone con handicap. Si tratta di attuare una cura del sito volta alla fruizione universale con attività già sperimentate e realizzate a Paestum.
In questo quadro programmatico è doveroso sottolineare che nell’area di Velia sono in opera i lavori di valorizzazione PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 “Velia – Città delle acque” che su progetto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e di Avellino e direzione del Segretariato Regionale per la Campania incideranno su gran parte della città antica e sul rinnovamento delle strutture di servizio del Parco (impiantistica, arredi, gestione del verde, etc.).
Da queste poche considerazioni iniziali, l’opera di valorizzazione di Velia appare ampia e impegnativa. Perché venga compiuta, occorre innanzitutto stabilire un nuovo rapporto con le forze di cui il territorio dispone e renderle intime al processo di rivitalizzazione di Velia. Si fa riferimento a un’azione che riannodi il sito della città antica al suo contesto di appartenenza, disegnandolo permeabile alle sue attitudini e disposizioni, aprendolo alle sue migliori e più proficue energie, quelle che operano nel campo dei servizi, delle ricerche e della produzione. Velia in questo modo dovrà essere parte di un piano più generale di crescita del territorio, un luogo ed una occasione dove poter sperimentare soluzioni per consolidare l’economia locale e dove poter esercitare attività condivise. A Velia si potrà studiare l’archeologia ed il territorio, conoscere ed approfondire i temi della filosofia e della scienza antica, eseguire ricerca sulla cultura materiale, effettuare scavi archeologici, promuovere le produzioni locali e diffondere le tecniche tradizionali di cura e salvaguardia dell’ambiente, organizzare eventi ludici e convegni, realizzare un nuovo rapporto tra le comunità e gli spazi dei Beni Culturali.
Velia in poche parole dovrà diventare il valore aggiunto e il riferimento per il territorio. Insieme con Paestum caratterizzerà il paesaggio e l’identità di una intera regione, il Cilento.

Da queste due esperienze antiche, cosi diverse tra loro, potrà nascere, insieme con la costituzione del nuovo Parco Archeologico e con l’accordo delle altre Istituzioni, Soprintendenza, Enti locali e territoriali, un percorso di costituzione di un vasto distretto culturale, saldato con il territorio e con le sue risorse.