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Dalla riscoperta allo sbarco

La storia continua

Dopo l’abbandono, nel medioevo, di Paestum non si hanno più notizie fino al ‘500 quando pittori e scrittori, come Pietro Summonte, con le loro opere risvegliano l’interesse e la curiosità nei confronti della città “fotografando” lo stato delle sue rovine. La vera “riscoperta” della città avviene nel Settecento, quando Paestum diventa tappa fissa dei viaggi del Grand Tour: da quel momento visitatori illustri (Goethe, Piranesi, Dos Passos, Shelley, Canova) ne vengono attratti e ne diffondono la fama in tutta l’Europa.

 

Durante il ventennio, il governo fascista si impegna a promuovere il patrimonio archeologico di Paestum tramite nuovi scavi e spettacoli classici, rappresentati davanti ai templi già a partire dal 1932; la  stazione di Paestum, in funzione dal 1883, accoglieva i numerosi spettatori che giungevano con treni speciali perfino da Roma.

 

Nel 1939, l’architetto Marcello De Vita viene incaricato di progettare un Museo, che verrà realizzato solo dopo la II guerra mondiale e inaugurato nel 1952.

 

Nel settembre del 1943 Paestum diventa teatro dello sbarco delle truppe americane nella piana del Sele, nel corso della celebre Operazione Avalanche e, durante i lavori di costruzione della pista di un aeroporto militare, alla storia della città si aggiunge un altro tassello con la scoperta fortuita della necropoli preistorica del Gaudo.