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RIQUALIFICAZIONE, RESTAURO E ADEGUAMENTO FUNZIONALE E IMPIANTISTICO DELL’AREA ARCHEOLOGICA DI PAESTUM, FINALIZZATI ALL’IMPLEMENTAZIONE DELL’OFFERTA DI VISITA, AL MIGLIORAMENTO DELLA FRUIZIONE IN SICUREZZA E DELL’ACCESSIBILITA’ DA PARTE DEI DISABILI, AL CONTENIMENTO DEL FABBISOGNO ENERGETICO DELL’AREA COMPRENDENTE LA CINTA MURARIA DA PORTA AUREA A TORRE 18 ED ALCUNE INSULAE

CUP F42I1600001000

Scarica la presentazione:Lavori-PON_AREA ARCHEOLOGICA

 

Le aree di intervento sono state organizzate nelle fasi di:

  • Restauro delle mura;
  • Scavo archeologico e restauro delle insulae;
  • Percorsi per un’utenza ampliata;
  • Illuminazione.

La proposta migliorativa dell’A.T.I. è stata incentrata sulla metodologia di realizzazione dell’intervento relativa all’organizzazione delle squadre e al cronoprogramma da adottare, attraverso una composizione delle squadre di lavoro, articolate secondo le lavorazioni indicate nel Cronoprogramma dei lavori, con un elevato livello di professionalità, affidabilità e di adeguatezza delle figure dei capisquadra e dei capicantiere, nonché della figura preposta al coordinamento e gestione delle fasi costruttive ed interazione delle lavorazioni con le aree ed i percorsi pubblici.
Per quanto riguarda le IMPRESE COINVOLTE l’esecuzione delle opere è affidata ad un’Associazione Temporanea di Imprese ATI composta dal Consorzio stabile Ganosis e l’impresa Edil.co s.r.l.. Il Consorzio stabile Ganosis ha designato le ditte Hera Restauri s.r.l. e Omou s.c.a.r.l. mentre per la bonifica da ordigni bellici sarà designata un’impresa iscritta nell’elenco dell’ufficio B.C.M. del X Reparto Infrastrutture di Napoli, come prevede la normativa di settore e la Direttiva Tecnica del Ministero della Difesa. Tutte le imprese coinvolte possiedono una consolidata esperienza nell’esecuzione di opere di restauro e valorizzazione di complessi monumentali e archeologici.

Il Responsabile tecnico di cantiere, designato dall’A.T.I. è il dott. Antonio Iannace e per quanto riguarda l’ORGANIZZAZIONE GENERALE DEL CANTIERE, il sistema di monitoraggio del cantiere verrà attuato attraverso i Processi Gestionali di Project Management.
Per il COORDINAMENTO tecnico, figura centrale del cantiere, che s’interfaccerà con il Responsabile della commessa, dirigerà la struttura tecnica e darà disposizioni alla struttura operativa dell’A.T.I. è il Direttore tecnico e Project Manager dell’intervento, l’arch. ing. Raffaella Forgione. Architetto ed ingegnere civile, componente del team del Grande Progetto Pompei con il ruolo di “architetto esperto in restauro”, è attualmente nel team di progettazione del Parco Archeologico del Colosseo.
La primaria questione da affrontare in un cantiere complesso come quello del Parco Archeologico di Paestum, che vedrà impegnato personale con competenze diversificate (tecnici, specialisti, squadre di operai, archeologi e restauratori) è indubbiamente la gestione degli spazi, affinché siano rispettati i criteri di sicurezza e la conduzione dei lavori sia efficiente. In tale ottica l’area cantierabile sarà suddivisa in sotto-cantieri relativi alle principali attività da eseguire nel sito archeologico:

  • L’allestimento del cantiere
  • La bonifica da ordigni bellici
  • Il Restauro della cinta Muraria
  • Lo scavo archeologico ed il Restauro delle Insulae
  • Gli Interventi nel parco (percorsi, passerelle e recinzioni)
  • Gli impianti
  • La Didattica

Ci saranno ben 16 squadre all’opera, ciascuna predisposta per ogni fase lavorativa e sarà posta particolare attenzione alla necessità di organizzare più squadre che operino in contemporanea per l’ottimizzazione dei tempi e dei processi.
Per gli interventi previsti l’A.T.I. predisporrà un programma specifico composto da:

  • Piano della conoscenza pre e post operam con rilievi Laser scanner di tutte le superfici e strutture, fotografie, rilievi diretti, prove diagnostiche e scavi preventivi, suddivisi per ambiti e settori del sito.
  • Piano di protezione con realizzazione di sistemi tecniche e materiali protettivi per tutte le superfici e strutture sottoposte a restauro.
  • Piano della conservazione e manutenzione programmata, con schedature d’intervento correlate allo stato di conservazione e al Piano della conoscenza pre e post operam.

Per il RESTAURO DELLA CINTA MURARIA è importante ricordare i dati provenienti dalla campagna 2002-2014, che ha interessato principalmente il settore ad est della strada statale che attraversa Paestum, e che ha segnato un decisivo cambio di passo, attraverso il rilievo diretto della fortificazione, le indagini archeologiche, l’attenta integrazione delle lacune, l’impiego di tecniche di intervento compatibili e ispirate a quelle antiche, la comprensione delle specificità costruttive delle strutture. La prima e più rilevante novità di questa campagna di scavi e restauri rispetto agli interventi precedenti è consistita nel rilievo e studio del monumento, che ha consentito di affrontare il restauro a partire dalla conoscenza della sua consistenza volumetrica, costruttiva e stratigrafica, scardinando i due sistemi di intervento precedentemente applicati:

  • sistema degli anni Trenta, basato su applicazione di schemi “neutri” estranei alla logica costruttiva antica, usando blocchi parallelepipedi della stessa dimensione, ottenuti dalla rilavorazione dei blocchi antichi, e posizionati come un’’opera isodoma, con filari tutti della stessa altezza e materiale di dimensioni omogenee;
  • sistema della fine degli anni Ottanta, basato sulla disposizione casuale dei blocchi antichi che giacevano a terra, con la sola finalità di rialzare la cresta muraria.

Dunque in via preliminare saranno eseguiti:

  • Rilievo con drone
  • Rilievo laser scanner
  • Numerazione dei blocchi lapidei
  • Indagini georadar

Per quanto riguarda le operazioni di rilievo e documentazione, la proposta migliorativa dell’A.T.I. ha previsto:

  1. Rilievo con laser scanner anche con drone di strutture, muri e blocchi erratici, previa rimozione della terra accumulata lungo le mura con il criterio dello scavo archeologico; la creazione di un modello tridimensionale navigabile consente di realizzare un museo virtuale dello scavo consultabile on line;
  2. Collocazione in un sistema cartesiano e siglatura dei blocchi delle mura in situ in modo da individuare immediatamente la posizione dei singoli elementi. La siglatura con “numerazione blocchi lapidei ed identificazione degli stessi con l’applicazione di piastrine metalliche numerate mediante punzonatura e fissate al blocco”, proposta nel capitolato, è certamente funzionale all’obiettivo della riconoscibilità, ma a patto che le numerazioni consentano la precisa individuazione della posizione dell’elemento in un sistema di riferimento;
  3. Redazione di mappature tematiche per la registrazione dei dati caratteristici dei singoli blocchi, quali posizione, tipo di pietra, misure, stato di degrado con riferimento alla terminologia UNI-NORMAL;
  4. Campionatura delle diverse facies litiche (ove apparissero differenti già all’esame visivo) e delle forme di alterazione al fine di eseguire le opportune indagini di caratterizzazione preliminarmente agli interventi;
  5. Campionatura delle malte di allettamento e di finitura, ove presenti, e prove penetrometriche per la caratterizzazione delle malte;
  6. Prova georadar e geoelettrica per identificare l’eventuale presenza di cavità in prossimità di strutture e mura, lungo l’intero perimetro delle mura;
  7. Scelta delle tecniche di restauro da adottare in funzione dei risultati dello studio delle differenti patologie di degrado riscontrate, secondo lessico Normal 1/88 (degrado dei materiali lapidei).

Per quanto riguarda gli INTERVENTI DI RESTAURO, particolare attenzione andrà posta alla bonifica dalla vegetazione infestante e alle operazioni di smontaggio, rimontaggio ed integrazione delle mura, ma anche alla pulitura, che dovrà precedere la movimentazione dei blocchi.
La proposta migliorativa dell’A.T.I. ha previsto le fasi indicate:

  1. La Pulitura manuale preventiva per cui sarà allestito un vero e proprio laboratorio di restauro in cui sarà possibile eseguire tutti gli interventi conservativi necessari prima della ricollocazione dei blocchi. Si utilizzerà il protocollo operativo del cantiere UNESCO del restauro del Tempio di Borobudur a Giava (Indonesia) coordinato dal dott. Paolo Mora, restauratore dell’ICR di Roma.
  2. La mappatura del degrado deriverà direttamente dalle procedure di rilievo già illustrate.
  3. Lo Smontaggio e rimontaggio di blocchi richiede l’utilizzo di sollevatore meccanico, per permettere l’eliminazione di radici presenti nelle cavità o per la messa in sicurezza di paramenti murari.
  4. Linea Vita Movimentazione blocchi.

Per le operazioni di smontaggio e rimontaggio dei blocchi della cinta muraria è stato progettato un sistema di sicurezza che consentirà ai lavoratori di operare senza alcun rischio per la propria incolumità e anche senza produrre alcun danno alle strutture archeologiche. Per eseguire tutte le operazioni verrà prima montata una linea vita per gli operai sulla parte sommitale delle mura, utilizzando due ponteggi posti a scavalco in senso perpendicolare. Per la presa dei blocchi verrà utilizzato un merlo con pinza idraulica, previa interposizione di tavolato e ponendo attenzione ad inserire “zeppe”, in modo da eseguire piccoli spostamenti senza attrito.
Importanti sono le tante operazioni connesse a quelle appena descritte, ovvero:

  • Lavori di sistemazione delle parti sommitali della Cinta Muraria. La proposta migliorativa dell’A.T.I. prevede di realizzare una lieve convessità con un sottile strato d’impasto di malta pozzolanica, miscelata con prodotto idrorepellente come da indicazione del dott. MEUCCI, chimico esperto dell’ICR. Il tutto ha lo scopo di facilitare lo scorrimento delle acque piovane, e anche per evitarne la penetrazione all’interno e la conseguente saturazione del riempimento, causa di un incremento della spinta trasversale sui blocchi del paramento mura
  • Bonifica con prodotto ecologico nel rispetto dei C.A.M. (Criteri Ambientali Minimi) un eco-diserbante prodotto in Italia, in sostituzione del prodotto a base di Glyfosate previsto dal capitolato, per il quale è stata revocata nel maggio 2018 l’autorizzazione all’immissione sul mercato dal Ministero della Salute.
  • Revisione di strutture murarie molto degradate a causa di agenti atmosferici o per vegetazione incuneata nelle murature. Si prevede oltre alla rimozione delle parti ammalorate (con le metodologie proposte dal capitolato) un trattamento integrativo e migliorativo di consolidamento chimico localizzato delle superfici su cui va stesa la malta di restauro, con polimetilsilossano.

Lo SCAVO ARCHEOLOGICO ED IL RESTAURO DELLE INSULAE è indubbiamente l’aspetto più suggestivo dell’intervento, attraverso fasi che ci potranno svelare anche aspetti poco conosciuti del sito. Le fasi saranno:

  • Cantiere aperto
  • Il saggio stratigrafico
  • La stratigrafia del suolo
  • La pulitura e catalogazione dei materiali.

Per mitigare l’impatto del cantiere sul sito archeologico, oltre al sistema di barriere anti-rumore ed anti-polvere lungo tutto il percorso, sono previste strutture rivestite con teli microforati e pannellature, per delimitare i laboratori di restauro e le aree d’intervento che saranno allestite come CANTIERE APERTO, con lo scopo di coinvolgere i visitatori che potranno assistere ad alcune delicate operazioni di scavo e/o restauro in corso di svolgimento. Alcune parti dei sotto-cantieri, adibite a laboratori di restauro, saranno visibili attraverso finestre, creando un effetto originale di scena teatrale, visibile attraverso i fori praticati nei teli microforati, che rivestono le pareti. I teli saranno dotati di stampe in cui saranno illustrate le tecniche di restauro e di scavo, le scoperte del sito archeologico.
Per la VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE DEL SITO sono stati studiati i percorsi ed è stata individuata la migliore soluzione per una più funzionale e sicura organizzazione di cantiere che consentirà la realizzazione di un percorso dedicato ai visitatori in perfetta sicurezza evitando, per quanto possibile, l’interruzione dei flussi turistici.
Per migliorare MATERIALI e CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI dell’intervento innanzitutto la proposta migliorativa dell’A.T.I. ha previsto l’uso di un battuto naturale, che si addice ad applicazioni in aree soggette a vincoli ambientali ed archeologici, evitando l’uso di leganti cementizi o bitumi.
Particolare attenzione è stata posta alle MISURE mirate ad un’ UTENZA AMPLIATA con:

  • Implementazione del percorso in battuto con guida in pietra per non vedenti e ipovedenti
  • Implementazione dei pannelli con scritte in lingua Braille e mappe tattili
  • Miglioramento della passerella per adeguamento alle Linee MIBACT
  • Miglioramento del pavimento delle passerelle per non vedenti ed ipovedenti
  • Inserimento di corrimano per utenza ampliata nei percorsi.

Poi nell’ambito del CANTIERE APERTO per la VALORIZZAZIONE DI PERCORSI ED ALLESTIMENTI DIDATTICI ricordiamo il PROGETTO SIBILLA e campagna di scavo con la facoltà di Archeologia di UNISA.
Il Consorzio stabile Ganosis fa parte di DATABENC (Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali), società nata nel 2012 da un’idea progettuale promossa dall’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e dall’Università degli Studi di Salerno. Tra le tante iniziative intraprese dal Distretto, il Parco Archeologico di Paestum ha confermato la sua disponibilità a supportare il Progetto SIBILLA tramite contenuti informativi che mirano a conseguire una sinergia tra salvaguardia e fruizione, consentendo il monitoraggio del sito archeologico nel tempo. La proposta migliorativa dell’A.T.I. prevede di integrare e implementare i dati del progetto SIBILLA, con il Piano della Conoscenza e un’ulteriore campagna di scavo, mirata ad approfondimenti di ricerche su mura e fortificazioni del sito.
Infine ricordiamo le proposte progettuali incentrate sulla valorizzazione:

  • Nell’ambito della proposta che comprende Sito WEB – APP – Videogioco sarà realizzato un suggestivo videomapping sui templi con proiezioni di immagini e video, riguardanti le scoperte e la storia millenaria dei luoghi; si tratta di una tecnica digitale di proiezione architetturale 3D applicata a superfici di grandi e piccole dimensioni, in forma di comunicazione luminosa.
  • ArcheoLab è un divertente laboratorio di archeologia dedicato ad adulti e bambini, attraverso il ritrovamento in un area circoscritta di reperti archeologici simili a quelli rinvenuti e conservati nel Museo.
  • La campagna di Crowd-funding per implementare l’offerta di visita ed allargare la platea dei visitatori, prevede di lanciare una raccolta-fondi per l’acquisto di una carrozzella dotata di ruote speciali con ammortizzatori, da poter utilizzare anche sul basolato, che attraversa le insulae. Grazie al supporto delle associazioni che contribuiranno all’esecuzione partecipata dei percorsi per un’utenza ampliata, sarà possibile coinvolgere nuovi stakeholders nel progetto di valorizzazione del sito.

Infine fondamentale componente di questo cantiere sarà la collaborazione con la Sociologa dott.ssa Maria Venditti, componente del direttivo dell’associazione Fish onlus Campania e ItaliAccessibile, che ha partecipato al collaudo del cantiere per i lavori del GPP_N Pompei per Tutti (2016), intervento che ha consentito di rendere accessibile ad un’utenza ampliata i percorsi restaurati nell’area archeologica di Pompei. Le associazioni di cui è componente saranno coinvolte nel corso dell’esecuzione dei lavori al fine di migliorare il progetto in tutti quegli aspetti di dettaglio che i fruitori con ridotte capacità motorie, sensoriali e psichiche potranno indicarci. Così si istituirà un vero e proprio Laboratorio di progettazione partecipata per un’utenza ampliata.