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Descrizione:
nel corso della campagna d’indagine del 2019 (9 settembre – 1 ottobre) è stato aperto un fronte di scavo contiguo a quello del saggio 243 dove nel 2018 era stata intercettata la parte meridionale di una trincea degli anni Trenta (Trincea C di A. Maiuri) e, a sud di questa, un lembo di stratigrafia intatta. Il nuovo saggio (S. 245), orientato in senso E/O, è stato impiantato sul limite orientale del precedente, inglobandolo in parte, fino a racchiudere l’estremità occidentale dell’edificio rettangolare in blocchi squadrati posto a sud dell’Athenaion.
L’esplorazione sul campo ha permesso di individuare il punto di contatto tra le trincee C e B, due settori di scavo che negli anni Trenta furono collegati mediante l’abbattimento del testimone che li divideva.
Immediatamente al di sotto degli strati moderni, è stata messa in luce la gettata in polvere e scaglie di travertino utilizzata per obliterare i resti più antichi e innalzare il piano di calpestio tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. Sulla superficie, di questi livelli è stata rinvenuta una testina in arenaria che raffigura un volto disposto di tre quarti inquadrabile cronologicamente nel V sec. a.C. Lo strato ricopriva un piano battuto su cui era disposto un consistente accumulo di materiali, di cui nel saggio 243 era stato individuato solo un margine, composto principalmente da elementi architettonici, ceramica, coroplastica e oggetti in bronzo con evidenti tracce di bruciato, tutti inquadrabili nel corso del VI sec. a.C.
Gli elementi architettonici si riferiscono a parti di gheisa, sime laterali con gocciolatoi cilindrici e sime rampanti, antefisse, pseudo-antefisse e tegole di grande modulo ascrivibili al 580/570 a.C.; essi sono pertinenti al sistema di copertura del più antico Athenaion e si vanno ad aggiungere alle altre parti dello stesso tetto recuperate dal Maiuri a breve distanza da questi, a nord dell’edificio rettangolare e ai frammenti recuperati nello scavo dello scorso anno.
Tali oggetti si presentavano al momento del recupero imbiancati dalle incrostazioni calcaree causate dal contatto con il travertino polverizzato. Grazie a una pulizia più accurata, sono stati riportati al loro aspetto originario impreziosito da ricche decorazioni in rosso, bianco e nero.
Tale accumulo si trovava a ridosso di un setto murario con orientamento NE/SO, costituito da un filare di grandi blocchi di travertino sommariamente sbozzati, disposti su almeno tre assise irregolari e messi in opera a secco. Ancora dubbia resta l’interpretazione di questa struttura, che solo con l’ampliamento dell’indagine sul campo potrà essere chiarita. La sequenza stratigrafica si conclude con il banco roccioso affiorante che digrada verso sud-ovest e la cui superficie in alcuni punti presenta tracce di cava, in altri levigata.
Nella parte opposta del saggio, a nord-est, lo scavo ha messo in luce le fondazioni dei setti murari dell’edificio rettangolare costituite da due/tre assise di blocchi, sommariamente sbozzati con facciavista irregolare, il cui spessore aumenta laddove il banco roccioso digrada; purtroppo, le indagini condotte tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso hanno compromesso irreversibilmente la stratigrafia antica e pertanto non è stato possibile recuperare elementi cronologici utili a definire la fase di vita dell’edificio.

Direzione Scientifica: prof. F. Longo, Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, Università degli Studi di Salerno.

Collaboratori: M.L. Rizzo, M. Scafuro, O. Voza, C. Casalnuovo, studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici.

Obiettivi: approfondire l’indagine del palinsesto stratigrafico antico messo in luce nel corso della campagna del 2018, allargando il fronte di scavo del Saggio 243, al fine di ricavare ulteriori elementi di conoscenza per ricostruire il paesaggio sacro nelle sue trasformazioni (Autorizzazione: concessione di scavo 2018-2020).

Contatti:
Prof. Fausto Longo – flongo@unisa.it; Dott.ssa Maria Luigia Rizzo – marizzo@unisa.it

Bibliografia: S. Aurigemma, V. Spinazzola, A. Maiuri, I primi scavi di Paestum, Salerno 1986; R. Graells i Fabregat – F. Longo – G. Zuchtriegel, Le armi di Athena. Il santuario settentrionale di Paestum, Napoli 2017; Longo F. 2017, “Alcune riflessioni su Poseidonia in età arcaica: il teichos dei sibariti e l’apoikia tra fondazioni e rifondazioni”, in S. De Caro, F. Longo, M. Scafuro, A. Serritella, Percorsi. Scritti di e per Angela Pontrandolfo, Paestum, pp. 199-214; R. Graells, F. Longo 2019, Armi votive in Magna Grecia. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Salerno-Paestum, 23-25 novembre 2017), Mainz am Rhein; F. Longo, M.L. Rizzo, V. Amato, M. Cozzolino, N. Pizzano, “Recenti ricerche nell’area del santuario urbano settentrionale di Paestum”, Fold&r 2019; F. Longo, M.L. Rizzo, O. Voza, V. Amato, M. Cozzolino, N. Pizzano, “A multidisciplinary approach to the study of the temple of Athena in Poseidonia-Paestum (southern Italy): new geomorphological, geophysical and archaeological data”, Geosciences 535964, 2019; F. Longo, “From Poseidonia to Poseidonia. Reflections on the origins and early decades in the life of an Achaean apoikia”, in E. Greco, A. Rizakis (eds), Οι Αχαιοί στην Ελλάδα και στη Μεγάλη Ελλάδα: νέα ευρήματα και νέες προοπτικές – Gli Achei in Grecia e in Magna Grecia: nuove scoperte e nuove prospettive, Atti del Convegno, in corso di stampa; F. Longo, M.L. Rizzo, “Nuovi dati dall’area del santuario urbano settentrionale di Paestum”, in DialArchMed III, in cds; F. Longo, A. D’Antonio, I materiali in metallo dal Santuario settentrionale di Paestum: contesto, distribuzione, tipologia, in preparazione;

Weblinks:
Progetto di scavo all’Athenaion urbano di Paestum

Credits: Il progetto di scavo si avvale di un finanziamento della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università degli Studi di Salerno.