Il Parco Archeologico di Paestum aderisce alla campagna ministeriale dedicata al sommo poeta Dante Alighieri. Tutta l’Italia è unita a il padre della lingua italiana attraverso la lettura della sua opera massima, la Divina Commedia.
Ecco i versi che abbiamo scelto:
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: “Guai a voi, anime prave!
(Inferno III, 82-84)
Quinci fuor quete le lanose gote
al nocchier de la livida palude,
che ’ntorno a li occhi avea di fiamme rote.
(Inferno III, 97-99)
Caron dimonio, con occhi di bragia
loro accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s’adagia.
(Inferno III, 109-111)
Il nostro dantedì è fatto di barche che trasportano le anime dei defunti, di tratti demoniaci e di occhi infuocati.
Prendiamo in prestito le parole di Dante per descrivere il Caronte dipinto su una delle lastre funebri di età lucana esposte nel museo di Paestum. Quante analogie!
Caronte era il traghettatore dell’Ade, trasportava le anime dei morti da una riva all’altra del fiume Acheronte, ma solo se disponevano di un obolo per pagare il viaggio, altrimenti erravano in eterno senza pace tra le nebbie del fiume.
Vi aspettiamo a Paestum per conoscere come i Lucani immaginavano il mondo dell’aldilà, chissà se troverete altre similitudini con Dante?
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