ari lettori,
lo scorso 4 ottobre è stata inaugurata al Parco Archeologico di Paestum la mostra “Poseidonia città d’acqua. Archeologia e cambiamenti climatici”, dopo un intenso anno di studio e di preparazione.
L’idea di realizzare una mostra su temi così attuali è arrivata in un modo improvviso e prepotente quando, durante una mia visita alla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, ho incrociato gli occhi con il quadro di Federico Cortese ‘Ruderi di un mondo che fu…’, oggi tra le poche opere in prestito esposte in mostra.
Davanti a me c’erano i templi di Paestum sommersi dall’acqua. Nel 1892, l’artista aveva precorso i tempi e, senza saperlo, aveva dato vita per immagini allo studio dell’Università di Kiel che inseriva Paestum tra i 42 siti UNESCO intorno al Mediterraneo che potrebbero finire sott’acqua a causa dell’innalzamento del livello del mare a seguito del riscaldamento globale.
Il bisogno di raccontare di Paestum e dell’acqua, intesa come risorsa e minaccia, è stato forte; così, insieme a Paul Carter e Adriana Rispoli abbiamo descritto il legame indissolubile tra la città di Poseidone e l’elemento liquido, facendo ricorso non solo all’archeologia, ma anche al contributo delle scienze esatte, a tecniche visive di ultima generazione e all’arte contemporanea.
Vi invito a venire a Paestum per vedere una mostra che è molto di più di una semplice esposizione: è un dialogo dinamico tra passato, presente e futuro che vuole evidenziare il difficile rapporto tra l’uomo e l’ambiente, per sensibilizzare tutti noi ad abbandonare dannose abitudini per il nostro mondo.
Viviamo nell’epoca di Greta Thunberg, degli accordi internazionali contro i cambiamenti climatici, dei movimenti ambientalisti e degli slogan #plasticfree. Se nel passato l’uomo ha gridato il suo disperato bisogno di uguaglianza e libertà, oggi deve difendere con le unghie il suo pianeta dalla distruzione, perché veramente si rischia il collasso delle civiltà come le conosciamo oggi.
Per evitare tutto ciò, la storia ci può insegnare e guidare.
In mostra si ripercorre il rapporto tra la città di Poseidonia-Paestum e l’acqua attraverso i secoli, tra bonifiche, acquedotti, inondazioni, impaludamenti, porti e pescatori. Paestum quale sineddoche del mondo. Un esempio locale che comprova la resilienza umana, ovvero la capacità dell’uomo di adattarsi alle criticità e superarle.
Questo per noi è il momento di cambiare, di aprire gli occhi, di individuare i problemi e di trasformare i nostri atteggiamenti e pensieri.
Noi siamo i custodi della memoria del nostro mondo: del patrimonio culturale del passato e dell’ambiente che viviamo nel presente. Dobbiamo fare squadra per preservare il futuro, ora!
Vi aspetto a Paestum per vedere la mostra al Museo e, ogni sera dopo il tramonto, per ammirare “Metamorfosi” la videoproiezione di Alessandra Franco sulla facciata principale del tempio di Nettuno.
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